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Il castellaccio
Il castellaccio

Il castellaccio

Agriturismo

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Pubblicato il 31 Agosto 201831 Agosto 2018

Posizione

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Via castellaccio n 35 bologna

Come trovarci

Agriturismo
 Via Del Castellaccio 35/37, 35 Calcara, CRESPELLANO
Cell. Gilda 335 6056745  agricastellaccio@hotmail.com                                             Cell. Maya: 348 3614411
    Tel/Fax 051 327111            E-mail Maya: apemaya@mac.com

Immerso nella campagna, a poca distanza dalla città di Bologna, sorge l’agriturismo Il Castellacio, una meravigliosa e suggestiva location dove vivere i momenti più emozionanti della vostra vita.
Spazi e capienza
Il Castellaccio nasce in un antico borgo medievale, tra le vecchie mura della dimora e fortezza di illustri personaggi. I suo ambienti interni vi offrono la possibilità di ospitare un cospicuo numero di invitati, che si troveranno ammaliti e incantati dal fascino dell’agriturismo.
Gli spazi esterni, invece, vedono protagonisti i rigogliosi giardini che circondano la struttura, in cui organizzare il vostro buffet .
Servizi offerti
Il personale dell’agriturismo si occuperà dell’organizzazione di ogni dettaglio, facendovi vivere un giorno da favola. Ogni dettaglio verrà curato con attenzione e professionalità per un risultato che vi lascerà senza parole.
Altri spazi
Il Castellacio, inoltre, dispone di nove camere doppie arredate con mobili d’epoca, dove potranno alloggiare i vostri ospiti venuti da lontano o dove potrete trascorrere la vostra prima notte di nozze.
Presso la struttura saranno a vostra disposizione anche una sala giochi e il museo contadino.

Informazioni Agriturismo IL CASTELLACCIO

Il Castellaccio
L’agriturismo Il Castellaccio, situato ai piedi dei colli Bolognesi nella immensa campagna a poca distanza da Bologna,
è un piccolo borgo medievale ricco di storia,
come lo testimoniano le mura e le costruzioni ancora visibili dell’antica fortezza. Immerso nell’azienda agricola costituita da lunghi viali alberati affiancati alle coltivazioni tipiche della zona, l’agriturismo comprende la villa Castellaccio ex dimora nel ‘600 del Marchese Vincenzo Tanara, ideatore della famosa mortadella di Bologna) ed altri edifici secondari non meno affascinanti tra cui in uno si conserva un museo contadino.
Gli alloggi sono arricchiti da mobili d’epoca con un totale di 9 camere doppie con servizi privati,
sale per ricevimenti con possibilità d’ uso cucina da ristorazione, sala giochi e palestra.
Il tutto nelle vicinanze di uno delle tante mete enogastronomiche dell’Emilia Romagna,
all’interno dell’itinerario delle visite guidate della “vecchia Strada dei Castelli”, miscelando il fascino del passato alle comodità della vita moderna.
Oggi come un tempo avete la possibilità di gustare al naturale prilibatezze degli alberi da frutto e dalla terra da cui proviene l’apprezzata marmellata biologica,
La Via Castellaccio è parallela alla via Emilia giacchè è inserita nella vecchia centuriazione Romana,
che divideva il terreno in appezzamenti quadrati di circa mt 700 x 700,
che tuttora si possono evidenziare guardando il contachilometri negli spostamenti tra una strada e l’altra.
Proprio in epoca romana fu eretta sul “decumano” (oggi via del Castellaccio),
una torre di vedetta che venne successivamente inglobata all’interno di un tracciato di mura delimitate agli angoli da quattro torri (di cui si conservano i resti tutt’oggi).
Qualche altro resto romano attualmente si trova inserito lateralmente sulle facciate est, ovest della casa padronale come sono conservate pietre manubriate, esagonelle,
cocci di vasi, un ghirario ecc,.
Tra il IX e X secolo la borgata Castellaccio faceva parte delle rocche e castelli che erano caratterizzati da un borgo fortificato detto CASTRUM
costituito da un muro o palizzata affiancati da un fossato che racchiudeva una cappella e un gruppo di case,
la più robusta delle quali era la casa del Signore che fungeva da centro amministrativo.
Il CASTRUM era dotato di una o più porte che regolavano le comunicazioni con l’esterno,
mentre il territorio circostante comprendeva vigne, mulini, boschi, ecc—
Intorno al XIII secolo il Castellaccio fu una grossa fortezza.
Successivamente al XIII secolo, sotto il controllo e governo del comune di Bologna furono smantellate le autonomie feudali,
per cui aumentarono i borghi aperti e diminuirono quelli fortificati le mura furono quindi abbattute e ci fu la trasformazione da castello a Villa.
Tra il ‘500 e il ‘ 700 le condizioni di sicurezza della campagna portarono i capitali di origine mercantile all’acquisto della proprietà terriera.
E’ il periodo in cui sorgevano dimore suburbane al centro di tenute agricole e così la villa rappresentava non solo il luogo di villeggiatura,
ma anche il perno dell’impresa agricola.
Infatti alla metà del ‘ 600 il Castellaccio fu abitato da Vincenzo Tanara,
che scrisse il libro di successo: L’ECONOMIA DEL CITTADINO IN VILLA che ebbe molte edizioni di cui si conserva in villa una copia autentica dell’epoca. e tutt’ora oggetto di studio di scuole elementari e dell’università agraria.
E’ una sorta di enciclopedia agricola nella quale vi è il sonetto dedicato al Castellaccio:
mentre l’autore ammira l’ ” orto che vario sito abbraccia” elogia il luogo con il verso: “mi sembra a noi mostrato il paradiso del terrestre mondo”.
Il piccolo borgo del Castellaccio è formato da 2 corti: quella principale rialzata, (circondata da resti delle vecchie mura), che comprende la Casa Padronale,
con attorno l’abitazione dei mezzadri e l’attuale agriturismo, sito dove era l’antica torre di guardia sulla via Castellaccio,
del cui soffitto affrescato si conserva un resto raffigurante l’autore romano Terenzio Varone (famoso storico, studioso di agricoltura del I° secolo av. Cristo).
La corte secondaria comprende l’ex abitazione dei mezzadri, la casella, la cappella, antico oratorio di cui si conservano la statua e un dipinto del XVII secolo dell’arcangelo Michele e pergolati dove si possono ammirare attrezzi e macchine della civiltà contadine tra cui un autentico mulino,
preziosi carri, telai attrezzi da cucina, da falegname, da fabbro e molto altro.
Il terreno circostante comprende aree coltivate e aree boschive dove si possono fare passeggiate incontrando fagiani e lepri e raccogliere frutti di bosco
respirando l’aria di tempo passato.

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